domenica 8 luglio 2018

Tradizioni

Oggi piccolo reportage, qualcosa per chi non è mai stato in Sardegna. Mi scuso per la qualità delle foto, intanto fatte in movimento e poi ho dovuto cancellare le facce per non violare leggi sulla privacy.
Nel '600 la mia città fu colpita da un'invasione di cavallette che generarono una carestia. Si fece voto alla Madonna di celebrare ogni anno questa festa se le cavallette se ne fossero andate. L'invasione cessò e così da allora ogni anno viene celebrata la messa del voto e poi c'è la processione, accompagnata dalla banda e dai gruppi folk di vari paesi e città, vestiti col costume sardo tradizionale.

Nell'800 tutti, uomini e donne, indossavano il costume, che variava da paese a paese. Ora solo pochissime donne anziane lo portano ancora quotidianamente. Quello a sinistra (click per ingrandire) è un costume molto ricco e addobbato dai gioielli in filigrana d'oro e d'argento, che sono tipici dell'artigianato sardo. A destra gli scialli ricamati, anch'essi fanno parte dell'artigianato locale ed è molto difficile al giorno d'oggi trovare ancora una ricamatrice in grado di eseguire questo tipo di ricami.
 A sinistra una gonna con grembiule ricamato,  si intravede un rosario in filigrana d'argento. Per la cronaca un rosario così è un pezzo da maestro e può costare anche trecento euro o più. A destra una donna che rappresenta una signora dei tempi passati con indosso il grembiule buono che si usava nelle occasioni e in mano la chiave della casa.


Questo è il gruppo folk col costume della mia città. In genere i bambini nel passato non portavano ancora il costume, ma camicine e vestitini più semplici, ma nei gruppi folk li vestono così per sfizio dei genitori. Le ragazze non ancora sposate indossavano il velo bianco di pizzo inamidato, le donne sposate il velo azzurro e le vedove il velo nero. Questi sarebbero i vestiti delle occasioni; le donne povere indossavano quel che avevano: uno scialle semplice e una gonna col grembiule tutto l'anno.
Infine ecco la statua della Madonna, con capelli veri, corona d'argento e gioielli in filigrana. anche gli uomini, come potete vedere, avevano bottoni di filigrana, ma stiamo parlando di chi poteva permetterseli, che a quei tempi non erano molti. Stanotte i vari gruppi che hanno partecipato balleranno i balli sardi davanti al santuario. Quando ero ragazzina questa festa era molto più ricca, arrivavano tante bancarelle, (ora sono giusto tre) e nella processione c'erano i cavalli, un anno perfino i buoi, poi il comune li ha tolti per paura di incidenti. 😟

3 commenti:

Nemesis ha detto...

Grazie! Eh, sì, da me ne abbiamo tante di processioni durante l'anno e in molte di queste ci sono i gruppi folk. Spettacolare e lunghissima è quella di Sant'Efisio a Cagliari il primo Maggio: ci sono tantissimi gruppi da tutta la Sardegna con tutti i costumi più belli e carri, cavalli e buoi. Attira turisti a nastro! Ma anche le nostre più in piccolo si difendono. :-)

Angela Carter ha detto...

Sììì, un documentario! Grazie :)
Davvero interessante, penso all'enormità numerica di queste tradizioni locali e circoscritte, sparse su tutto il territorio italiano.
Chissà se resteranno nell'immaginario comune fra qualche generazione, certo alcune hanno resistito per secoli e secoli, a tutto e tutti... Dobbiamo preservarle.
Seppure di origine e scopo diversi, mi hai fatto venire in mente il Carnevale di Bagolino, tra le molte altre tradizioni bresciane (nel mio caso). Poco turistico rispetto ai "fratelli maggiori" (ma decisamente molto più divertente!), autoctono, comunque molto partecipato e sentito, uno tra i più antichi del Nord Italia, uno dei pochi fedeli all'originale, molto particolare (e studiato) dal pdv etnologico.
Un saluto!

Nemesis ha detto...

Le tradizioni sono importanti ed è un gran peccato quando vanno perse. Quelle religiose di solito si preservano, anche se non tutte, ma le altre...
Anche noi avevamo un carnevale, ma è andato perso e ne è rimasto solo uno stralcio.